La rivista, se si eccettuano le poche pagine aventi carattere di notiziario aziendale, ha prevalente contenuto letterario e artistico e in questo rappresenta una sorta di anomalia rispetto agli house organ in generale. Diretta da Giuseppe Tedeschi con una formula grafica e tipografica indovinata, destinata alla diffusione a vasto raggio tra operai, impiegati e dirigenti, riceve da subito un ampio consenso tra giornalisti, scrittori, dirigenti industriali e artisti: "Quasi tutta la stampa italiana ha, difatti, salutato con parole particolarmente calorose il primo numero di questa nostra rivista che, è stata definita ‘una rivista aziendale di nuova concezione… una pubblicazione che si distingue dalle consorelle per l’elevato tono culturale che la caratterizza… una rivista che, invece dei soliti articoli reclamistici e aziendali e statistici, offre dei veri e propri servizi di grande utilità e attualità culturali", commenta sul n. 2 il direttore. Tale impostazione spiega la diffusa presenza di contributi rispondenti a nomi e personalità note sia in ambito artistico che letterario.
I numeri hanno carattere monografico: nella terza di copertina del n. 9/1970 il Direttore, nell’articolo Quesiti sulla periodicità, sugli argomenti, sulle finalità della nostra rivista, risponde ai lettori che lamentano una periodicità troppo sporadica della rivista, giustificandosi col fatto che "data la caratteristica della monograficità della nostra rivista, ogni numero ha un suo ciclo, autosufficiente, indipendente, chiuso, rispetto a tutti gli altri numeri". La struttura prevede un articolo di fondo del direttore (in seconda di copertina), e le consuete rubriche Cronache artistiche, Cronache letterarie e Cronache cinematografiche. Chiudono i numeri, con uno spazio residuale, le rubriche aziendali Trofeo del petrolio, Le buone notizie, Se avete un hobby e l’anagrafica aziendale. Trova considerazione, con servizi fotografici, l’evento ‘Befana Chevron’, dedicata ai figli dei dipendenti. Il fascicolo d’esordio è dedicato agli ottanta anni di Giuseppe Ungaretti che, per l’occasione, vi collabora con una poesia inedita. Il n. 2/1968 affronta il mondo dei premi letterari mediante una vera e propria inchiesta, cercando di rispondere alla domanda: A chi sono utili? analizzando le quattro maggiori competizioni (Viareggio, Strega, Etna-Taormina e Campiello), evidenziando curiosità e cercando di fare un censimento completo delle manifestazioni nazionali. Alcune immagini del numero sono tratte da particolari di quadri di Giovanni Omiccioli, al quale è dedicata la rubrica d’arte. Nel n. 3/1968 si celebra con Processo a Federico Fellini un esempio assoluto di cinematografia, con l’utilizzo di foto di scena delle sue maggiori opere. All’interno del numero, nella recensione alla monografia di Salvatore Quasimodo e Marco Valsecchi su Domenico Cantatore, si trova un omaggio al celebre pittore. L’attenzione verso la rivoluzione mediatica in corso occupa la monografia 4/1969, dedicata al mondo della comunicazione televisiva e prende il titolo Quindici anni di TV in Italia: cosa si è fatto? Si tratta di un interessante reportage cui partecipano i protagonisti più accreditati. Il numero 5/1969 si occupa dell’evento storico dell’allunaggio dell’uomo 21 luglio 1969 l’uomo sulla Luna. A partire da questa uscita un inserto di colore verde identificherà le rubriche aziendali con articoli quali Tempo libero hobby petrolio, Lo Sport nella Famiglia Chevron e curiose interviste ai protagonisti dell’azienda sul loro spessore culturale, come quella all’alto dirigente Chevron S. Z. Park, incentrata sul messaggio che vuole dare con la sua pittura. Il numero 6/1969 Politica e crisi della informazione giornalistica nel mondo si presenta come un'interessante carrellata di pareri delle maggiori figure di spicco del giornalismo: Arrigo Benedetti, Angelo Del Boca, Augusto Guerriero, Indro Montanelli, Piero Ottone e Alberto Ronchey; tentando di fare un’analisi sui ‘padroni’ della stampa italiana (Vittorio Crespi, Attilio Monti, Alessandro Perrone, Arnoldo Mondadori e Edilio Rusconi). Nella rubrica aziendale campeggiano il ‘Campionato Chevron di formula Ford’ seguito dalle notizie dal ‘Circolo culturale archeologico’. L’attualità politica ed il costume degli italiani occupano il numero 7/1970 che affronta l’ampio dibattito conseguente all’introduzione del divorzio Il divorzio in Italia: i favorevoli, i contrari. L’attenzione allo sport caratterizza il successivo n. 8/1970, con un originale dossier sul calcio in occasione dei Mondiali tenutesi in Messico, mentre la cronaca letteraria ospita un articolo su Guido Piovene che tratta in particolare del suo libro Le stelle fredde, vincitore del premio Strega. Le cronache di cinema analizzano il controverso film cult di Michelangelo Antonioni Zabriskie Point, evidenziando come il regista "salva soltanto l’amore dalle ceneri del benessere consumistico". Il n. 9/1970 De Chirico com’è tenta di approcciare un dibattito culturale intorno al maestro che divide la platea col suo estro compreso tra vanità e genio. L’inserto di costume torna ad occuparsi degli hobbies, svelando quelli seguiti da noti artisti Enrico Caruso e Gioacchino Rossini oltre la musica. Anche la fotografia viene celebrata con un interessante profilo storico e cronologico nel n. 10/1971 La fotografia: uomini, anni, vita. Nel successivo n. 11/1971 ci si occupa di un altro grande interprete del Novecento 25 ottobre 197: i novant’anni di Picasso. La sua arte, le sue donne e i suoi figli. Il mito e la realtà. Nell’inserto dedicato alla comunicazione interna il direttore esorta i lettori a rispondere al questionario, lanciato a partire dal giugno 1971, per migliorare i contenuti della rivista e inviato a 633 destinatari. Ancora il mondo della comunicazione nel n. 12/1971, incentrato sulla difesa della libertà di stampa, con riflessioni e contributi dei principali protagonisti (Carlo Donat-Cattin, Giovanni Spadolini, Alberto Ronchey, Enrico Mattei, …). Nel numero si segnala un bel servizio illustrato sulle letture consigliate per i più giovani. L’ultimo numero, che esce doppio (13-14/1972) è dedicato – come lo fu il primo numero – alla poesia, nell’anno del nobel a Eugenio Montale "il poeta più letto dai giovani perché dibatte i grandi temi della crisi dell’uomo". La monografia offre una cronologia biografica, alcune poesie, un gruppo di immagini fotografiche, una scelta di giudizi critici e anche alcune sue prove pittoriche. Tra le notizie redazionali curiose, si precisa che il servizio di raccolta dei ritagli relativi alla rivista è assicurato, da anni, da L’eco della stampa, l’ufficio che dal 1901, sotto la direzione dei fratelli Umberto e Ignazio Frugiele, lavora puntualmente nell’invio dei materiali.