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pagine
da 64 a 72
formato
cm. 15,5 x 21,5
illustrato
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Ideal Standard Rivista

titolo
Ideal Standard Rivista
sottotitolo
Cronache della civiltà del benessere poi Rassegna dei problemi del benessere
azienda
Ideal Standard
durata
1959 - 1969
periodicità
Trimestrale, poi bimestrale
distribuzione
Gratuita, destinata a operatori e rivenditori del settore
editore
Ideal Standard
direttore
Giorgio Nono
contributi
Enrico Ciuti, Mario Mariani, Guido Ballo, Agnoldomenico Pica, Marco Comolli, Giuseppe Ravegnani, Gillo Dorfles, Piero Ottone, Giorgio Bocca, Francesco Alberoni
note
Il numero di ottobre-dicembre 1963 è monografico e dedicato alla storia del bagno (2000 anni di bagno. Breve storia in 90 immagini).
compilatore
Ali Filippini

L’azienda Ideal Standard viene fondata nel 1909 e nel 1959, al traguardo dei cinquant’anni di attività, pubblica il suo trimestrale dedicato alle “cronache della civiltà del benessere”, sottotitolo ideale per l’azienda che - come riporta l’articolo che accompagna l’uscita del primo numero del gennaio 1959 - “per mezzo secolo ha dedicato la propria produzione al “comfort”. La rivista si pone quindi, a livello di contenuti, come interlocutore per i professionisti sui temi tecnici legati ai prodotti, in primis idraulici, alla base della sua attività (che comprende “dagli strumenti dell’igiene e del comfort ai reattori nucleari”); più in generale come organo di diffusione di temi di cultura scientifica e culturale in un momento determinante nella crescita economica del paese. "Questo è il primo numero di una nuova rivista industriale. Nelle sue pagine l’Ideal Standard cercherà di riflettere, stagione per stagione, le proprie immagini migliori, i suoi uomini, le sue esperienze, e soprattutto i rapporti di collaborazione che la legano a intellettuali e tecnici, rivenditori e installatori che intorno all’Ideal Standard lavorano […] Ma non sarà solo questo. Nelle sue pagine l’Ideal Standard cercherà di riflettere il mondo nel quale, in vario modo, essa si trova a operare" (n. 1  gennaio 1959).

La rivista si dimostra interessata, aperta a un confronto sui “problemi di ricerca tecnologica e a quelli estetici”, ma anche a quelli del costume; alla “vita dell’arte, dell’architettura, della scienza”. Sono anni decisivi per la diffusione dei temi legati al cambiamento degli stili di vita (e di consumo) dove il benessere dell’abitazione sottoforma di impianti riscaldanti, bagni accessoriati e quant’altro, diventa metro di paragone per misurare la distanza tra l’abitazione del passato e quella del presente. Scrivono in quegli anni per la rivista grandi intellettuali e firme del giornalismo, in veste di collaboratori occasionali, come Guido Ballo (inizialmente per l’arte, poi per il design), Gillo Dorfles (design), Agnoldomenico Pica (architettura), giornalisti come Giorgio Bocca, Piero Ottone, sociologi come Francesco Alberoni. Enrico Ciuti, consulente editoriale e designer dell’azienda, è l’autore delle copertine grafiche dell’anno 1968 nonché redattore di diversi articoli dedicati ai temi del design e della comunicazione grafica. Dal punto di vista dei contenuti e della linea editoriale, la rivista va divisa in due fasi, che corrispondono a diverse scansioni temporali. Un primo momento, dal 1959-63,  è dedicato al benessere nelle abitazioni e ai temi inerenti questo aspetto. Tali aspetti sono sottolineati anche dalle pagine dedicate ai cosiddetti testi di letteratura tecnica – in pagine diverse per colore e carta – in cui si trattano temi come “progettare un camino”; “i condizionatori autonomi”…. Un secondo momento, dal 1964 al 1969, ha invece come sottotitolo “ rassegna dei problemi del benessere” e tratta il tema del benessere e dell’evoluzione sociale, con contributi di sociologi, psicologi, inchieste di vario tipo su temi emergenti come l’inquinamento, le malattie del benessere (Una nube di aeresol, La distorsione dei consumi in Italia). Il numero primo del secondo anno (gennaio-marzo 1960) sarà completamente dedicato alla Fiera Campionaria di Milano d’aprile, con un servizio di 44 pagine che, di fatto, costituisce il servizio principale del numero stesso, che come riportato, va considerato come un numero speciale della rivista. Affidandosi al contributo di fotografi diversi, come De Biasi, Carrieri e Mulas, la rivista presenta una sorta di guida fotografica alla città di Milano che ospita la Fiera, consegnandone un interessante ritratto che non vuole essere solo un “documentario estetico” perché integrato con dati e cifre che forniscono un “prontuario di consultazione” sulla Milano moderna ad uso del visitatore della città e dell’evento commerciale. Il Design industriale è trattato con molta attenzione, a partire soprattutto dal numero 3 del luglio-ottobre 1961 (B. Alfieri, È cominciata l’epoca d’oro del disegno industriale italiano), dedicato interamente all’argomento con un’inchiesta e venti interviste a protagonisti del settore, tra designer, imprenditori, studiosi (Cosa pensate del disegno industriale? di Mario Miniaci). Dal numero di aprile-giugno 1964, il critico d’arte Guido Ballo inizia a scrivere una serie in quattro puntate dedicata ai “Designers italiani” quindi ai protagonisti del disegno industriale. Nello stesso numero compare l’articolo Il futuro del disegno industriale di Gillo Dorfles. A partire dallo stesso 1964, in concomitanza con l’apertura della Sala Espressioni Ideal Standard aperta nel novembre ‘63  (un progetto curato da Gio Ponti, dal 1954 collaboratore dell’azienda) la rivista ospita regolarmente nelle sue pagine recensioni e approfondimenti sulle mostre commerciali e d’arte che lo “showroom” ospitava (vi esporranno, tra gli altri, Enzo Mari, Bruno Munari, Achille Castiglioni, Piero Fornasetti, Michelangelo Pistoletto). Sono trattati anche i temi legati al visual merchandising, per esempio la rivista pubblica sotto il titolo Problemi del marketing un articolo di Mario Bellavista - fondatore di una delle prime grandi agenzie di pubblicità, e direttore del periodico “Panorama della Pubblicità” - l’articolo Come si fa una vetrina (nel n. 2 dell’aprile 1961). Sintomatico come la sua durata decennale consenta di registrare il passaggio tra due aspetti fondamentali della cultura del consumo. Il numero dei dieci anni, del 1968, apre con una lettera al lettore del direttore generale Giambattista Zanchi che riassume scopi e traguardi della rivista e un articolo di Agnoldomenico Pica che accompagna la pubblicazione degli indici dal 1959 al 1968 insieme alle copertine di tutti i numeri. Il testo è una sorta di congedo al lettore che inizia così: "In un decennio stagione dopo stagione si sono accumulati nello scaffale questi fascicoli, eleganti e discreti – proprio il contrario della pubblicità – che ormai formerebbero un ingente volume di circa duemila e cinquecento pagine. […] Ora, nonostante la disposizione e l’umore,  che ci ritroviamo, e che, crediamo, abbiamo fatto capire,  questi fascicolo della 'Ideal Standard' li abbiamo conservati, e, anzi, quelli che ci mancavano siamo andati a cercarli" (Agnoldomenico Pica, Storia di una rivista, ottobre-dicembre 1968)