Il bollettino inizia le pubblicazioni nel 1960 in una veste grafica di modesto impatto, in un bianco e nero ravvivato solo dal rosso dei titoli e di qualche inserto grafico. È stampato su carta patinata leggera. I quattro numeri del 1960 hanno una fisionomia editoriale incerta: non si tratta di un bollettino a uso dei dipendenti degli impianti produttivi (solo nei primi 3 fascicoli appaiono trafiletti relativi all’attività dei gruppi sportivi dopolavoristici CEAT), bensì di una pubblicazione indirizzata alla clientela e a pubblico esterno, ma contemporaneamente molto attenta alla rete di vendita - diretta e in concessione. Complessivamente, l’intera operazione editoriale del "Battistrada" cade nell’ambito del marketing dell’impresa, anche se gli strumenti utilizzati non sono particolarmente raffinati e studiati.
Al pubblico dei clienti presenti e potenziali si rivolge la parte del "Battistrada" articolata attorno al fulcro tematico della sicurezza stradale e dell’importanza della qualità dei pneumatici per garantire la tranquillità alla guida di qualsiasi mezzo. Il tema dell’educazione al codice della strada e della capacità di gestire in sicurezza le dotazioni dell’automobile si presenta come centrale negli anni che vedono il paese imboccare la strada della motorizzazione di massa: è proposto in articoli di carattere tecnico, nel trionfale resoconto del Trofeo CEAT-ACI (una gara annuale a punti destinata a testare il grado di osservanza delle norme del codice della strada da parte dei conducenti dei mezzi iscritti), nella rubrica delle lettere, nei resoconti di incidenti stradali (corredati di fotografie schemi esplicativi) che sottolineano l’importanza dei controlli della condizione dei pneumatici e la ricezione obbligatoria della normativa di controllo nella legislazione dei diversi paesi europei; sempre per sostenere la campagna sulla sicurezza stradale sono presentati i racconti in prima persona delle esperienze di guida di noti personaggi dello spettacolo (Mina, Renato Rascel, Miranda Martino). La seconda categoria di lettori del periodico si individua all’interno delle strutture di distribuzione dell’impresa, alle quali è affidato anche un importante ruolo di marketing: si segnalano nei primi numeri la rubrica Vendere e saper vendere e la rassegna fotografica Insegne e impianti CEAT. Nei fascicoli seguenti è sollecitata e blandita la fedeltà dei distributori: I nostri amici è la testatina della pagina riservata alla rassegna fotografica dei negozi concessionari e delle rappresentanze del prodotto CEAT nel paese e – raramente - all’estero: sono ritratte e identificate da didascalie esplicative le insegne, gli impianti pubblicitari, le vetrine dei negozi e delle officine che espongono e valorizzano il marchio dell’impresa. Sotto la testatina Un nome che esalta il lavoro italiano nel mondo appaiono due brevi articoli relativi alla storia e allo sviluppo dell’impresa anche nelle sue diramazioni internazionali; il tono di questi sintetici interventi è sempre encomiastico per l’intraprendenza e l’alta competenza della dirigenza della società. La CEAT Gomma e il suo prodigioso sviluppo. (n. 2, luglio-agosto 1960) ripercorre in poche righe i quindici anni di vita della sede torinese dell’azienda dalla ricostruzione, avvenuta nel 1946, dopo la distruzione degli impianti subita durante i bombardamenti del luglio 1943 su Torino. Se nel suo primo ventennio di attività (1924-1943) la CEAT aveva prodotto cavi elettrici isolati in gomma (CEAT è l’acronimo di Cavi Elettrici e Affini Torino), il riavvio della produzione fu indirizzato anche verso il nuovo mercato dei pneumatici per autoveicoli (nello stabilimento di Torino, mentre si avvia la costruzione di un nuovo stabilimento a Settimo Torinese per i cavi e le coperture per veicoli industriali). Alla data della stampa lo sviluppo è attestato dall’ampliamento della gamma produttiva a tutti i tipi di pneumatici come dall’espansione delle vendite all’estero (20% della produzione), e infine dalla collaborazione con la americana General Tire and Rubber Co. e dalla costruzione a Bombay di un impianto della Ceat Tyres of India. Storia di un’impresa nella recente storia d’Italia: 1. Quel novembre del 1924, non ripercorre la storia dell’impresa, ma richiama alcuni fatti di cronaca politica e tratteggia superficialmente l’ambientazione sociale al momento della fondazione della CEAT, a Torino, alla fine del 1924, quando l’enorme richiesta di cavi elettrici decreta il rapido successo dell’impresa quale fornitore di cavi per le amministrazioni statali, le ferrovie, i cantieri navali, le aziende telefoniche e le società distributrici di energia elettrica. La seconda puntata, 2. Quel luglio del 1943, ricorda la notte dei bombardamenti sulla città e la distruzione degli impianti CEAT. Il terzo articolo “storico”, 3. Quel 19 agosto del 1946, richiama il clima sociale nell’estate del 1946, quando riprende l’attività alla CEAT con la produzione dei pneumatici per la Fiat Topolino. Nelle pagine che ripercorrono la storia dell’impresa non viene mai citato il fondatore della CEAT Virginio Bruni Tedeschi, né è sottolineato lo sviluppo dell’azienda nel periodo della sua guida imprenditoriale; manca inoltre ogni riferimento al figlio Alberto, alla guida dell’impresa dalla fine degli anni Trenta e responsabile dello sviluppo internazionale della stessa nel secondo dopoguerra. Il trofeo CEAT-ACI per conducenti di autoveicoli industriali è l’iniziativa originale inaugurata dalla CEAT e relativa al rispetto delle regole del codice della strada da parte dei veicoli iscritti ogni anno; oltre allo spazio riservato alla pubblicizzazione dell’iniziativa in ogni bollettino, il fascicolo 4 di novembre-dicembre1960 è un numero speciale interamente dedicato al successo del 1° Trofeo CEAT-ACI 1960 (con cronache, giudizi del Ministero dei trasporti e delle autorità, resoconti sulla consegna dei premi, il consuntivo sugli iscritti (10.432 per il 1960) e le classifiche (generale, di categoria, regionali), i racconti dei partecipanti, l’annuncio della seconda edizione in programma nel 1961. Cordialmente è l’editoriale-saluto del numero 1, a. II, che inaugura il nuovo corso del periodico a partire dal 1961: “Cordialmente salutiamo i vecchi e i nuovi amici dalle colonne del Battistrada che, col 1961, esce aumentato di pagine e di tiratura, con una più moderna veste tipografica”. Sulle copertine del 1961 le fotografie, a colori, scelgono accattivanti soluzioni: un’ardita composizione grafica con quattro pneumatici da cui sbuca il volto sognante della stessa modella e scatti dal Trofeo CEAT-ACI con sorridenti signorine accanto alle loro vetture partecipanti. La cura grafica dell’edizione è affidata allo Studio Linea di Roma; si precisa la struttura del periodico: in seconda di copertina si stabilizza la pagina delle lettere (in cui ricorrono richieste di chiarimenti relative alle norme del codice della strada e a consigli di manutenzione); l’articolo di apertura ha sempre un carattere tecnico (Il pneumatico DB. Una delle più sensazionali novità di questi ultimi anni, con profilo a doppia curvatura, e schemi di funzionamento, n. 2, 1960; Il pneumatico. Carichi e pressioni, n. 1, 1961; Pneumatici e freni. Elementi essenziali della sicurezza stradale, n. 2; I pneumatici a grande capacità di carico, n. 3); ricorrono ampi articoli centrati sul tema del codice della strada, della sicurezza nel traffico e alla guida in ogni condizione di strada, della manutenzione dei pneumatici e dell’auto in generale, delle caratteristiche di vari incidenti (con foto di auto rovesciate e accartocciate e schemi esplicativi), delle condizioni del traffico urbano, che impone una educazione specifica a una popolazione di neopatentati. Diverse pagine sono sempre dedicate al successo dell’iniziativa del Trofeo CEAT-ACI, che arruola progressivamente anche volti noti dello spettacolo e dello sport (Alberto Lupo, Omar Sivori, Gino Bramieri, Betty Curtis fotografati nell’atto di applicare le targhe di gara sulle rispettive automobili, Tra i 50.000 del trofeo CEAT-ACI per autovetture, a. II, n. 2). Le pagine finali sono riservate a spigolature fra notizie varie sempre monotematiche sulla sicurezza stradale; la rubrica Autogiro propone “notiziole” tratte dalla stampa nazionale o senza indicazione di provenienza: “fatti curiosi, episodi entusiasmanti che hanno come comune denominatore le ruote, il motore, i cittadini rombanti”, mentre Nel mondo dell’automobile, nell’ultima pagina, è un notiziario serio che raccoglie informazioni relative all’incremento della rete autostradale nel paese, alla sistemazione della viabilità in alcune regioni, alla presentazione di nuove vetture e prodotti sul mercato nazionale, aggiornamenti sulla consistenza del parco veicoli nel “boom automobilistico” italiano, gli effetti del MEC sui prezzi delle auto, la normativa sulle cinture di sicurezza, fra gli altri. Nel corso dell’annata 1961 "Il Battistrada" ospita la nota campagna del ministero dei Lavori Pubblici Rispettate il codice della strada, con inserzioni a tutta pagina rivolte agli automobilisti e agli “utenti della strada”. In terza di copertina trovano infine spazio vignette umoristiche e il raccontino firmato Manzoni che ha come protagonista Il signor Veneranda, pessimo automobilista e ottuso utente della strada. Nell’annata 1962 è inaugurata una nuova grafica per il titolo; viene conservata a grandi linee l’impostazione degli anni precedenti, ma gli articoli presentano temi di interesse culturale più ampio del pneumatico: l’automazione, l’elicottero, il dirigibile, una rassegna di quadri sul tema dell’Autostrada del Sole al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la storia dell’automobile in recenti emissioni di francobolli, caricature delle prime automobili nelle vignette umoristiche inglesi e francesi della fine dell’Ottocento, la tecnica nelle prestazioni sportive, i prototipi aerodinamici che hanno realizzato i primati mondiali di velocità dall’inizio del secolo agli anni Sessanta, la funzione del semaforo nel controllo del traffico, un’inchiesta sullo stato delle strade in Italia con dati comparativi dei paesi europei, alcuni articoli sulle armi medievali, la superiorità del pneumatico rispetto al cingolato nei trasporti eccezionali (autocarri lanciamissili per l’esercito, per l’uso nel deserto da parte delle compagnie petrolifere, mezzi anfibi, fra gli altri), la storia dell’utilitaria nella diffusione dell’automobile in Italia.